Nel nostro blog il concetto di continuità è dunque funzionale alla realizzazione di un'idea educativa unitaria tra scuola dell'infanzia e scuola primaria. Non intendiamo però proporre l'attuazione delle stesse, fisse e indifferenziate azioni didattiche indipendentemente dall'età dei bambini, nè pensiamo che i due ordini di scuola debbano uniformarsi pedissequamente l'uno all'altro. Il significato attribuito al termine continuità nell' ambito della scuola primaria è cambiato nel tempo. Inizialmente esso indicava il criterio che regolava l'assegnazione degli insegnanti alle classi a seconda del genere:a un maestro venivano assegnate classi maschili e a una maestra classi femminili. La continuità era considerata da una classe maschile all'altra e da una classe femminile all'altra. La continuità assunse poi il significato di assegnazione di insegnanti donne alle prime classi e di insegnanti uomini a quelle terminali. In seguito il concetto di continuità venne utilizzato per permettere all'insegnante di seguire lo stesso gruppo di bambini per tutti e 5 gli anni di scuola primaria. Con l'introduzione del tempo pieno, il termine indicò il bisogno che le attività didattiche fossero assegnate allo stesso insegnante per tutto il tempo scuola. Negli ultimi tempi le interpretazioni si sono fatte più profonde; prima la continuità ha indicato l'esigenza di costituire un rapporto tra ordini diversi di scuola e, poi, si è trasformata in un elemento importante da considerare per favorire l'educazione e la formazione del bambino, intendendola sia come continuità orizzontale che verticale.
Leggendo i post del vostro blog ho trovato molto interessante l'argomento che avete scelto e trattato: “La continuità”.
RispondiEliminaSono un'insegnante di sostegno della scuola dell'infanzia, ma ho anche una qualche esperienza con bambini della scuola primaria e so che il passaggio fra questi due ordini di scuola è molto importante, sentito e difficile per loro.
Fino al 30 giugno i bambini sono abituati a vivere in uno spazio a loro noto, sicuro, nel quale conoscono tutto e possono prevedere cosa potrebbe accadere giorno per giorno, sono inoltre abituati a certi ritmi e a certe routine che li rendono sicuri e autonomi. Nel giro di 2 mesi però, questa situazione cambia profondamente. Gli spazi sono nuovi e sconosciuti, i tempi sono molto diversi, le attività sono più complesse e i tempi di applicazione più lunghi, le routine consolidate vengono a mancare, il tempo per giocare o per parlare divengono praticamente assenti o perlomeno ridotti ai 10 minuti di intervallo, i compagni sono quasi tutti nuovi, per non parlare delle insegnanti importantissime figure di riferimento!
Se prima il livello di attenzione, seduti sulle sedie era di 1 ora su 5 di scuola, adesso deve essere esteso a 3.50 ore su 4... Lascio a voi pensare a come questo cambiamento possa avvenire spontaneamente in 2 mesi!
Ecco allora l'esigenza di creare un ponte fra le due scuole, una sorta di percorso guidato che conduca gradualmente il bambino verso la "scuola dei grandi".
Sono nate iniziative nel corso dell'ultimo anno di scuola dell'infanzia che portano, ad esempio, i bambini a visitare una scuola primaria, oppure di iniziare un attività che si avvicinano di più a quelle che compiranno l'anno successivo, come la produzione di un "quaderno" personale nel quale avviare al pregrafismo, ai concetti spazi-temporali,... Questo è un inizio, ma ritengo che si potrebbe fare ancora di più.
D'altro canto si potrebbe invitare la scuola primaria a organizzare i propri tempi e i propri spazi, almeno inizialmente, in modo un po’ più similare a quelli dell'infanzia: si potrebbe allestire un angolo giochi, piccolo e con pochi materiali, ma sufficiente a creare uno svago per chi termina presto il proprio lavoro o per rappresentare uno stimolo per chi è più pigro. Rappresenta un momento per tornare ad essere "piccoli" per rassicurarsi e sfogarsi in attesa di un nuovo lavoro.
Inoltre, ritengo molto importante creare un contatto personale e affettivo con questi bambini, abituati a coccole, abbracci,... favorendo quotidianamente, una conversazione nella quale si chiede come ci si sente, se ci sono problemi, insomma, esporre il proprio stato d'animo e sentirsi di nuovo bambini e non solo alunni.
Basterebbero pochi accorgimenti per favorire un passaggio alla scuola primaria più sereno, e più tranquillo ai bambini rendendo più piacevole e significative l'esperienza scolastica. Siamo stati tutti bambini e tutti abbiamo vissuto questi sentimenti e anche se non ce ne ricordiamo, possiamo metterci nei loro panni e tentare di alleviare un po’ queste tensioni e ansie. Non esiste una formula precisa e sicura, ma mettendo tutto l’impegno, la passione e l’amore possibile potremmo almeno avvicinarci.
Hai colto nel segno Giovanna!!Il nostro blog nasce proprio con l'intento di spostare l'attenzione sull'importanza di creare "una sorta di percorso guidato che conduca il bambino verso la scuola dei grandi". Mi è piaciuta molto questa tua espressione. Il nostro obiettivo è quello di proporre delle soluzioni possibili come progetti, attività che coinvolgano gli insegnanti dei due ordini successivi di scuola presi in considerazione, modalità di organizzazione dell'azione didattica, strutturazione dei tempi e degli spazi, ricorso a metodologie comuni e continue che consentano ai bambini di prepararsi ad affrontare questa nuova esperienza scolastica alla scuola Primaria.
RispondiEliminaE' bello e rassicurante potersi avvalere dei suggerimenti di insegnanti che come te, attraverso l'esperienza diretta con i bambini, ritengono la continuità una scelta educativa necessaria.